Sebbene non se ne senta spesso parlare, la malattia di Peyronie è abbastanza diffusa: si stima infatti che, solo in Italia, siano circa un milione i pazienti interessati da questo problema1. Eppure, molti ignorano questo disturbo e non conoscono i possibili percorsi terapeutici. I benefici di ultrasuonoterapia e magnetoterapia per la malattia di Peyronie possono migliorare sensibilmente la condizione di chi ne è stato colpito.
Noi di 2A Group prestiamo una grande attenzione alle esigenze dei pazienti e desideriamo offrire tutte le informazioni necessarie per trattare correttamente ogni patologia. Seguici in questo viaggio alla scoperta della malattia di Peyronie e delle possibilità terapeutiche oggi disponibili.
Cos’è la malattia di Peyronie?
Iniziamo col capire insieme cosa sia la malattia di Peyronie. Essa prende il nome dal medico François Gigot de Peyronie, che per primo ne descrisse le principali caratteristiche nel 1743. Oggi viene chiamata anche induratio penis plastica o IPP: come queste parole ci suggeriscono, si tratta di un’anomalia anatomica del pene. Questa è provocata dalla formazione di tessuto fibroso-cicatriziale nei corpi cavernosi che costituiscono l’organo genitale maschile.
La presenza di un nodulo fibroso-cicatriziale nei corpi cavernosi del pene riduce l’elasticità della tunica albuginea. È proprio questo fattore a determinare la malattia: la perdita di elasticità compromette il riempimento dei corpi cavernosi col sangue, come avviene normalmente durante l’erezione.
Gli effetti di questa patologia influiscono negativamente sulla funzionalità erettile. La conseguenza è una particolare condizione medica, detta “pene curvo”. Come si può intuire, spesso a provocare questa situazione sono i traumi al pene, solitamente di natura incidentale.
La malattia ha due fasi distinte2:
- una fase acuta, contraddistinta da manifestazioni dolorose; è in questa fase che la patologia può progredire, pertanto i trattamenti puntano a stabilizzarla;
- una fase cronica, che insorge tra i 6 e i 12 mesi dopo il trauma; a questo punto il dolore scompare, mentre la deformazione si stabilizza.
Cosa causa la malattia di Peyronie?
Abbiamo visto che a determinare la malattia di Peyronie è la formazione di tessuto fibroso-cicatriziale nei tessuti del pene. Sebbene oggi non abbiamo ancora tutte le risposte su questa patologia, sappiamo che i traumi sono la principale causa del disturbo.
Gli eventi traumatici a danno del pene sono i primi responsabili della formazione della placca fibroso-cicatriziale. Ciò può accadere incidentalmente durante un rapporto sessuale, ma non solo. Anche un incidente sportivo o di altra natura può provocare il problema. Tuttavia, si ritiene che il nodulo possa originarsi in due modi differenti:
- tramite un unico, grosso trauma, in grado da solo di provocare la formazione del nodulo fibroso-cicatriziale;
- in seguito a più traumi ripetuti, che gradualmente vanno a formare la placca.
Tuttavia, può accadere che alcuni pazienti sviluppino la malattia di Peyronie anche senza aver subito particolari traumi al pene. Si parla quindi in questo caso di fattori di rischio. I più rilevanti comprendono:
- ereditarietà;
- malattie che riguardano i tessuti connettivi, per esempio il morbo di Dupuytren;
- età avanzata, che facilita i mutamenti del tessuto connettivale della tonaca albuginea.
Pare inoltre che il fumo e gli interventi chirurgici alla prostata possano favorire l’insorgere della malattia. Tuttavia, a oggi i dati scientifici a supporto di queste ipotesi non sono sufficienti a confermarle definitivamente.
Malattia di Peyronie: quali sono i sintomi?
Come abbiamo precedentemente accennato, la malattia di Peyronie può manifestarsi in modo netto oppure gradualmente. Quando si ha a che fare con un unico grosso trauma è piuttosto semplice rendersi conto del problema, mentre bisogna prestare maggiore attenzione se il disturbo sorge poco a poco col passare del tempo.
Tra i sintomi più evidenti, c’è la comparsa di una protuberanza sul corpo del pene, facilmente percepibile al tatto. È proprio questo il nodulo di tessuto fibroso-cicatriziale, che provocherà la curvatura durante l’erezione. Oltre alla piegatura e alla presenza del nodulo, i sintomi più comuni comprendono3:
- dolore al pene, specialmente durante i rapporti sessuali;
- dolore durante l’eiaculazione;
- riduzione delle dimensioni del pene.
A questi sintomi, se ne possono affiancare anche altri, più rari. Tra questi si ricordano:
- ipofertilità;
- disfunzione erettile;
- calo della libido;
- depressione.
Diagnosticare la malattia di Peyronie
Data la peculiare natura del problema, la diagnosi della malattia di Peyronie è piuttosto semplice. L’esame obiettivo è più che sufficiente per stabilire la presenza della patologia e la posizione del nodulo. Tuttavia, alcune volte il medico andrologo decide di ricorrere a una ecografia del pene. Questo accade quando si desidera accertare con maggior precisione la posizione del nodulo ed esaminarne meglio le caratteristiche. Di norma ciò avviene quando è necessario controllare l’interruzione dell’afflusso di sangue ai corpi cavernosi.
Malattia di Peyronie: la cura
I percorsi terapeutici che possono essere imboccati dai pazienti affetti dalla malattia di Peyronie sono numerosi. Si dividono comunque in cure farmacologiche o chirurgiche4.
Prima di scegliere l’opzione più adatta al caso, il medico valuterà alcuni aspetti. Questi comprendono:
- entità della curvatura del pene e sua eventuale instabilità;
- presenza o assenza di dolore durante gli atti sessuali e le erezioni;
- capacità del paziente di mantenere l’erezione.
Si sceglie la via farmacologica quando sia la curvatura sia i sintomi risultano moderati. L’approccio è di tipo conservativo, volto a scongiurare un peggioramento della condizione.
Si opta invece per l’intervento chirurgico nel caso in cui l’attività sessuale del paziente fosse compromessa a causa della malattia. Oggi sono disponibili tre diverse possibili procedure. Il medico sceglierà la più adatta in base alla posizione del nodulo, alla gravità dei sintomi e, non meno importante, alla condizione psicologica del paziente. Gli interventi disponibili sono i seguenti:
- intervento di Nesbit, Con cui si rimuove una piccola parte di tessuto sano dalla parte opposta al nodulo; tuttavia, ciò porta alcuni svantaggi, ovvero accorcia la lunghezza del pene e mette a rischio di disfunzioni erettili;
- triplo intervento di incisione-excisione-trapianto; l’incisione-excisione avviene sul nodulo, di cui si rimuove una parte per sostituirla con della pelle trapiantata; si sceglie questa strada solo dove sia presente una curvatura molto accentuata, poiché comporta un forte rischio per la funzionalità erettile;
- impianto di protesi peniena, che può essere una pompa idraulica o un dispositivo semirigido che impedisca il curvamento del pene.
Malattia di Peyronie: benefici di ultrasuonoterapia e magnetoterapia
Data la sua invasività e i rischi che abbiamo illustrato, l’intervento chirurgico viene eseguito solo laddove non vi siano alternative meno aggressive. Per la cura della malattia di Peyronie anche ultrasuonoterapia e magnetoterapia possono dare benefici, favorendo la riduzione della placca fibrotica5.
Tanto la terapia con onde d’urto quanto quella basata sui campi elettromagnetici sono molto apprezzate per via della loro ridotta invasività, oltre per i pochi effetti collaterali possibili. Per questa ragione oggi sono molto impiegate, in particolare in ambito fisioterapico: favoriscono infatti un pronto recupero da parte dei pazienti.
Ma quali sono i vantaggi che questi approcci terapeutici offrono ai pazienti colpiti dalla malattia di Peyronie? Vediamoli più da vicino.
I benefici dell’ultrasuonoterapia per la malattia di Peyronie
L’ultrasuonoterapia, oltre ad avere pochi effetti collaterali, consente di trattare efficacemente un gran numero di disturbi degli apparati muscolare, scheletrico e articolare, favorendo la riduzione dei tempi di recupero per i pazienti. Il trattamento è noto per i suoi effetti analgesici e antinfiammatori, oltre che per la sua capacità di migliorare la vascolarizzazione e il metabolismo cellulare.
Questo particolare approccio rappresenta anche un’ottima possibilità di cura per la malattia di Peyronie, da affiancare al trattamento farmacologico. Oggi, inoltre, i pazienti potranno godere dei benefici della terapia con il massimo comfort grazie ai moderni dispositivi.
2A Group propone ai pazienti Dolcontrol, un apparecchio appositamente pensato per l’ultrasuonoterapia domiciliare. Il trattamento viene somministrato per via transcutanea grazie all’aiuto di un manipolo, che poggia direttamente sul nodulo, su cui si applica del gel conduttore, come quello usato per le ecografie. Con sessioni brevi e indolori, è possibile apprezzare una riduzione del volume e della compattezza della porzione di tessuto fibroso-cicatriziale. In questo modo, il processo di rigenerazione cellulare può essere accelerato.
I benefici della magnetoterapia per la malattia di Peyronie
I campi elettromagnetici oggi sono molto utilizzati nel ramo della fisioterapia e in generale per il trattamento di tutte le patologie che necessitino di un periodo di recupero per il paziente. Anche per la cura della malattia di Peyronie possono portare numerosi benefici.
La proposta di 2A Group è RigenAct, un apparecchio elettromedicale sicuro e confortevole con cui eseguire la magnetoterapia domiciliare col massimo comfort. Il nostro dispositivo è dotato di numerosi terminali, tra cui un conduttore con filamenti di bio ceramica da applicare direttamente intorno e sulla placca fibrosa a un’intensità di 200 Gauss. Anche in questo caso, le sessioni saranno brevi e indolori per il paziente, che tuttavia potrà apprezzare un miglioramento della propria condizione.
Conclusioni
La malattia di Peyronie è una condizione particolarmente delicata di cui ancora oggi si sente poco parlare. Non lasciare che ostacoli il tuo stile di vita: ultrasuonoterapia e magnetoterapia, affiancate alle moderne terapie farmacologiche, possono favorire un pronto recupero. Noi di 2A Group siamo a disposizione per fornire tutte le informazioni sui nostri apparecchi elettromedicali e le loro possibilità di utilizzo.
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Fonti:
[1] https://www.osservatoriomalattierare.it/malattia-di-la-peyronie/13496-malattia-di-la-peyronie-oggi-c-e-una-terapia-efficace-per-il-pene-curvo
[2] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5730743/
[3] https://www.my-personaltrainer.it/Sintomi/Malattia_di_Peyronie
[4] https://www.scielo.br/j/ramb/a/tmzGkdm7Yfnx4zZFJy6DHqm/?lang=en