Polimialgia Reumatica
Nel corso di quest’articolo parleremo della Polimialgia Reumatica, dei suoi sintomi e se guarisce. Prima di tutto è una patologia cronica che appartiene al gruppo delle malattie reumatiche (o reumatismi). Di queste 150 malattie sono a carattere infiammatorio e interessano, in totale, circa cinque milioni di italiani. Le malattie reumatiche si distinguono a seconda della sede che coinvolgono (ossa, articolazioni, tendini, tessuti e organi) e della prognosi (hanno diversi livelli di gravità) . Le principali sono quelle infiammatorie (le più gravi sono a carattere autoimmune), degenerative, metaboliche o extra-articolari.
Chi convive con una patologia reumatica generalmente presenta sintomi come dolori debilitanti a ossa, articolazioni, tendini e muscoli. Questo spesso rende difficile mantenere uno stile di vita attivo o svolgere attività quotidiane come lavarsi, vestirsi e pettinarsi. I reumatismi sono dolori cronici che sopraggiungono in età avanzata e purtroppo la maggioranza delle persone non ne è a conoscenza. Queste condizioni sono molto lontane dall’idea popolare dei reumatismi intesi come forme di dolori cronici che sopraggiungono in età avanzata. Sono invece patologie debilitanti e talvolta invalidanti, che possono impattare significativamente sulla qualità di vita.
Nonostante la cronicità tipica di questo gruppo di patologie, la diagnosi precoce e i trattamenti corretti possono essere di aiuto per evitare la degenerazione in forme più severe e la conseguente invalidità.
Cos’è la polimialgia reumatica?

La polimialgia reumatica è una patologia infiammatoria che appartiene al gruppo delle malattie reumatiche. Interessa muscoli e articolazioni ed è caratterizzata da dolore e rigidità, soprattutto mattutina. Questo avviene nell’area di scapole, spalle, anche e collo, con irradiamento verso arti (gomito), glutei, schiena, fianchi e cosce.
L’esordio della patologia avviene in genere dopo i 50 anni, con frequenza 10 volte superiore nei soggetti over 80. Ne viene colpita una persona su mille, con un’incidenza circa due volte superiore nelle donne rispetto che negli uomini.
Il dolore e la rigidità che accompagnano la polimialgia reumatica, possono interessare inizialmente un solo lato del corpo e degenerare gradualmente fino a estendersi a entrambi.
Artrite di Horton
La polimialgia reumatica si manifesta spesso in associazione con l’artrite di Horton (anche detta “artrite a cellule giganti”). Infatti, nonostante le due patologie infiammatorie interessino zone differenti del corpo, si ritiene che siano fasi diverse dello stesso processo infiammatorio. Sembra esserci correlazione anche tra polimialgia reumatica e l’arterite, artrite reumatoide.
Come abbiamo visto, in questa sindrome, la polimialgia reumatica si concentra generalmente nelle zone di collo e spalle e determina infiammazioni soprattutto a livello muscolare o articolare. Invece nell’artrite di Horton il processo infiammatorio riguarda i vasi arteriosi del capo e del collo. Questo processo comporta febbre alta, mal di testa concentrato nella regione occipitale (la zona posteriore del capo) e temporale (l’area vicina alle tempie), oltre che calo improvviso della vista (avviene nel 20% dei casi di artrite di Horton) e, talvolta, difficoltà a coordinare mandibola e lingua.
I dati indicano che l’associazione tra polimialgia reumatica e artrite di Horton interessa il 40% dei pazienti affetti da artrite e il 15% di quelli affetti da polimialgia reumatica.
L’artrite a cellule giganti può insorgere sia nelle prime fasi della polimialgia, che in fase avanzata o addirittura dopo la guarigione del paziente. Essendo causa di cecità severa e permanente, l’artrite di Horton deve essere diagnosticata immediatamente. Per questo è fondamentale che le persone affette da polimialgia comunichino con prontezza la manifestazione di sintomi. Questi possono includere cefalea, affaticamento alle braccia o problemi di vista al proprio medico curante.
Quali sono le cause della polimialgia?

polimialgia reumatica: polimialgia reumatica sintomi. La polimialgia reumatica è una malattia invalidante
La maggior parte delle patologie reumatiche è a eziologia ignota e lo stesso si può dire della polimialgia reumatica. Vi sono però alcuni fattori di rischio che possono determinarne lo sviluppo:
- Genetica: la polimialgia reumatica e le malattie reumatiche in generale non sono ereditarie. Tuttavia, esiste una predisposizione genetica allo sviluppo di queste patologie. Una maggiore incidenza è stata registrata tra i popoli scandinavi, anche se non è ancora stata individuata la causa.
- Ormoni: alcuni studi e la prevalente incidenza in soggetti femminili over 55 ipotizzano che gli estrogeni possano giocare un ruolo nello sviluppo della polimialgia.
- Infezioni: l’ipotesi più accreditata è che la malattia venga scatenata da un trigger infettivo nei soggetti predisposti geneticamente. Questo determina l’attivazione del sistema immunitario con conseguente infiammazione a carico delle aree interessate dalla malattia (articolazioni e muscoli). Questa ipotesi è confermata dall’esordio della malattia, che si manifesta con sintomi simil-influenzali e soprattutto nelle stagioni fredde.
- Stress: le malattie reumatiche e la polimialgia non sono malattie psicosomatiche. Tuttavia, è stato dimostrato che lo stress gioca un ruolo importante nella riacutizzazione e nell’attivazione della malattia.
Polimialgia reumatica sintomi e complicanze

Polimialgia Reumatica: polimialgia reumatica sintomi. La polimialgia reumatica è una malattia invalidante
Polimialgia reumatica sintomi: questi possono insorgere improvvisamente o in modo graduale. La manifestazione sintomatica più comune comprende dolore intenso e rigidità di collo, spalle, parte superiore e inferiore della schiena e alle anche. I sintomi appaiono più severi al risveglio o dopo periodi di inattività generale, mentre muovendosi durante la giornata appaiono più lievi. In alcuni casi, il dolore e la rigidità possono impedire lo svolgimento di attività quotidiane semplici, o addirittura rendere difficile alzarsi dal letto.
Insieme a dolore e rigidità degli arti e del busto, le persone che soffrono di polimialgia reumatica possono sentirsi molto stanche e deboli. Inoltre possono incorrere in episodi febbrili, avere poco appetito e dimagrire improvvisamente.
I pazienti che soffrono di polimialgia reumatica senza esserne coscienti possono avvertire una generale sensazione di malessere e sentirsi depressi o sfibrati. Nei casi in cui la polimialgia reumatica non viene diagnostica nelle prime fasi, la condizione può peggiorare fino a rendere difficile svolgere azioni comuni, o addirittura comportare invalidità. Si guarisce dalla polimialgia reumatica?
Come si diagnostica la polimialgia?
La polimialgia reumatica può essere diagnosticata tramite diversi esami:
- Esame obiettivo: è l’osservazione del quadro clinico del paziente. Sono considerati indizi di polimialgia la rigidità mattutina superiore a 45 minuti e il dolore o la limitazione nel movimento del cingolo pelvico (ossa ileo, ischio e pube).
- Analisi del sangue: sono utili a rilevare possibili incrementi degli indici di flogosi (molecole o proteine rilasciate nel sangue quando è in corso un evento infiammatorio), come i valori di VES (velocità di eritrosedimentazione), PCR (proteina C – reattiva, una proteina prodotta dal fegato che viene rilasciata nel sangue a poche ore dall’inizio di processi infiammatori o infettivi) e alfa2 globuline (se presenti in numero eccessivo possono essere segnale di una forte infiammazione o di altre condizioni); ma anche possibili lievi anemie e incrementi di globuli bianchi e piastrine.
- Risposta ai corticosteroidi: la polimialgia reumatica migliora rapidamente se trattata con basse dosi di corticosteroidi. Una risposta alla terapia è perciò considerata indice di diagnosi corretta.
Non vengono promosse invece le indagini strumentali, a eccezione di possibili analisi ecografiche delle spalle per verificare la presenza di infiammazioni localizzate.
Polimialgia reumatica si guarisce?
Fortunatamente, la polimialgia reumatica e i suoi sintomi possono essere trattati fino alla guarigione completa. Il farmaco più utilizzato per il trattamento è lo steroide, che determina un netto miglioramento della sintomatologia muscolare e una diminuzione del processo infettivo già a pochi giorni dall’assunzione. La terapia a base di steroidi prevede una durata di almeno un anno per i casi meno severi, mentre può essere prescritta una durata pluriennale nei casi più gravi o in quelli che sono interessati da recidive.
Il trattamento steroideo, benché funzionale alla terapia, comporta però degli effetti negativi, soprattutto a lungo termine, come l’aumento della glicemia nel sangue, l’ipertensione arteriosa, problemi gastrointestinali e calo della massa ossea. Per questa ragione, il trattamento a base di steroidi è spesso accompagnato dall’assunzione di gastroprotettori, integratori di vitamina D e calcio, insulina e ipoglicemizzanti.
Nei casi in cui il paziente affetto da polimialgia reumatica abbia il diabete, i farmaci steroidei possono essere sostituiti con immunosoppressori.
Come valide alternative ai trattamenti farmacologici (polimialgia reumatica cura senza cortisone) possono essere applicate la terapia a ultrasuoni o la magnetoterapia, che hanno efficacia immediata. Ovviamente, sarà sempre il tuo specialista di fiducia a scegliere per te la migliore strada da percorrere per la risoluzione della tua problematica.
Come curare la polimialgia reumatica con la terapia a ultrasuoni?
La terapia ad ultrasuoni guarisce la polimialgia reumatica? I sintomi della polimialgia reumatica possono migliorare significativamente a seguito di trattamenti con gli ultrasuoni. Terapie fisiche non invasive, quelle a ultrasuoni si basano sull’utilizzo di onde sonore ad alta frequenza (superiori ai 20.00 Hertz) . Queste penetrano nei tessuti, rilassando i muscoli e generando un effetto analgesico.
Utilizzate specialmente nell’ambito dei trattamenti fisioterapici per curare dolore e infiammazioni, le applicazioni terapeutiche degli ultrasuoni sono addirittura precedenti a quelle relative al campo della diagnostica e fanno il loro ingresso nell’ambito della terapia fisica già nel 1949, quando la loro adozione viene ufficialmente certificata al congresso di Erlanger.
A seconda del livello di esposizione, la terapia a ultrasuoni produce effetti benefici anche a livello biologico – come la rigenerazione cellulare -, che si traducono in un maggior benessere per il paziente.
Nelle malattie reumatiche, la terapia a ultrasuoni può intervenire per stimolare il rinnovo cellulare e migliorare la circolazione, diminuendo il dolore associato alla patologia e la rigidità tipica.
Il trattamento è completamente indolore e prevede la somministrazione di ultrasuoni per contatto – il dispositivo viene appoggiato direttamente alla cute tramite appositi elettrodi o per immersione la parte da trattare viene immersa in acqua, che agisce come mezzo di trasmissione per le onde sonore.
Come è possibile trattare la polimialgia reumatica con la magnetoterapia?
Come indicato in precedenza, un’altra soluzione per alleviare i disturbi e i dolori causati dalla polimialgia reumatica è la magnetoterapia, una forma di fisioterapia non invasiva che si basa sull’utilizzo di onde elettromagnetiche.
La magnetoterapia guarisce veramente la polimialgia reumatica?
Generate da speciali magneti che ne impediscono l’assorbimento da parte degli organi ed evitano l’aumento del calore corporeo, le onde utilizzate in questo trattamento interagiscono con le cellule per accelerare il processo di scambio ionico e ripristinare la corretta tensione elettrica.
Il risultato è che il tessuto interessato viene rigenerato più velocemente, con conseguente riduzione di sintomi dolorosi, fenomeni infiammatori, ed edemi (accumuli di liquidi linfatici nei tessuti), oltre che una migliore circolazione sanguigna.
La magnetoterapia rappresenta una valida alternativa alle terapie farmacologiche, che a lungo andare possono determinare effetti collaterali.
In definitiva, oltre alle terapie farmacologiche prescritte, abbiamo visto come i sintomi di molte malattie reumatiche, possono essere alleviati con l’utilizzo di strumentazioni e terapie complementari, come la terapia a ultrasuoni e la magnetoterapia.
I due trattamenti sono utili per la riduzione del dolore, aiutano a prevenire deformità e consentono di mantenere la propria funzionalità nello svolgimento delle attività quotidiane.
Inoltre, grazie agli speciali apparecchi sviluppati da 2A GROUP, RigenAct e Dolcontrol, la magnetoterapia e la terapia a ultrasuoni possono essere seguite direttamente da casa, senza dover compromettere il proprio tempo libero o doversi spostare. Contattaci se desideri avere maggiori informazioni.
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Fonti:
https://www.msdmanuals.com/it-it/casa/disturbi-di-ossa,-articolazioni-e-muscoli/vasculite/polimialgia-reumatica#:~:text=La%20causa%20della%20polimialgia%20reumatica,Common.
https://www.reumaticitrentini.it/malattie/polimialgia-reumatica/
https://www.msdmanuals.com/it-it/casa/disturbi-di-ossa,-articolazioni-e-muscoli/vasculite/polimialgia-reumatica
http://www.malatireumaticifvg.org/malattie/polimialgiareumatica.php
https://www.fisio-salute.com/post/terapia-ultrasuoni
Buonasera, ovviamente queste terapie non sostituiscono il trattamento con cortisone. Possono aiutare a diminuire la dose ?
Assolutamente no, mia madre ne soffre è necessario il cortisone per disinfiammare, all’ inizio in dosi elevate che vengono via via diminuite, fino alla totale sospensione o quantomeno ad un dosaggio minimo.